sabato, luglio 13, 2002

ITALIA-GERMANIA "82, QUANDO A SCIACCA IL REAL SUD SFIDO' LO STELLA, FINENDO A...

Il mio 11 luglio si è verificato un po' prima di quello che tutti ricordano, diciamo nel marzo-aprile di quel 1982. Facevo la quinta elementare, ed avevamo fatto una discreta squadretta di classe, pomposamente chiamata Real Sud. Durante l'anno infinite partite con l'altra quinta della scuola, e devo dire che ci andava spesso bene. Giocavamo nel parcheggio davanti all'istituto, che nel pomeriggio si svuotava di macchine e diventava il nostro Maracanà. Oddio, il fondo era l'infame asfalto, i pali delle porte fatti con dei mattoncini, se cadevi lo squarcio alle ginocchia era assicurato, ma chi se ne importava? A noi piaceva, e del resto, allora di spazi dove andare a giocare ce n'erano pochi, di campetti in erba sintetica manco l'ombra, in erba vera neanche a parlarne. Dicevo che eravamo in piena primavera, e, prima che la squadra si sciogliesse, era giunto il momento della grande sfida col Grattacielo Stella, il Brasile del paese, il vero mito per tutti quelli che allora avevano dieci anni. Il Grattacielo era l'espressione di un rione che gravitava attorno a un brutto palazzone, il Grattacielo Stella appunto, che allora era l'edificio più alto della città. Avevano un campetto tutto loro, i bambini dello Stella, ossia una piazzetta con delle mattonelle rettangolari bianche, lucide e scivolosissime. Una delle due porte era sagomata nel muro, per l'altra ci si arrangiava con le solite mattonelle. Arrivò il grande giorno. Il Grattacielo schierava tutte e tre le sue stelle, "Cussu" Galenci, Giacomino Alba e Vito Petrigno. Il primo era il cervello della squadra, piede fino e ampia visione di gioco, per quanto ampia potesse essere in un campetto più piccolo di uno per il calcio a 5. Fece carriera, giocò anche in C2. Il secondo correva come un matto, segnava a valanga e faceva segnare. Nella metà negli anni 90 era diventato il perno dello Sciacca, in Interregionale. Il terzo era il mastino della difesa, faccia cattiva e pronto sempre a mettere la gamba. Non ho mai capito se Petrigno fosse il suo cognome o un soprannome. Di lui ho perso le tracce. Il nostro campione era Ignazio Sabella, detto "pagghiazzu", nomignolo che stava sia per pagliaccio sia per strofinaccio. Sbruffone, fantasioso e irritante come solo uno che sa di essere forte può essere, Ignazio faceva e strafaceva, e quando girava bene erano magie. Arrivò a giocare nelle giovanili della Lazio, adesso dovrebbe fare l'avvocato. In porta c'era Mauro, che stava tra i pali perché con i piedi era improponibile. Al centro della difesa c'era Bernardo, qua e là spaziavano Salvatore e Giuseppe e poi io, che avevo una bruttissima maglietta beige con un 5 sulle spalle, che nella numerazione ad 11 di allora significava stopper. In realtà giocavo dove c'era la palla, senso tattico sotto lo zero. La partita comincia, e ci gira tutto bene, troppo bene. Ignazio è in giornata di grazia, Petrigno lo ferma, quando lo ferma, solo buttandolo giù. E il pallone non passa, Mauro è da antidoping, e in difesa giochiamo alla perfezione. Insomma dopo una mezzoretta siamo avanti, e tra i ragazzi del Grattacielo cresce il nervosismo, cominciano a addossarsi le responsabilità tra loro, mentre a noi tutto va per il meglio. Poi scatta la scintilla. Sarà stato un fallo, un gol contestato o chissà che cosa, chi se lo ricorda, ma qualcuno dello Stella punta uno dei mattoncini che facevano da palo e cominciano a volare i sassi. Neanche il tempo di finirla in rissa, scatta la fuga sotto una pioggia di pietre. Avevamo vinto, avevamo battuto il Mito, correvamo e urlando sfottevamo quelli dello Stella. Alcuni di noi raccolsero qualche pietra per terra, singolari trofei di un pomeriggio da non dimenticare.
Sì, qualche mese ci fu Italia-Germania, Rossi, Tardelli, Altobelli, Pertini, Bearzot, Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del
mondo, la Coppa alzata in cielo. Troppo bello per essere vero, troppo irreale per sentirlo vicino. Io, la mia finale, l'avevo già giocata.
by Rosso Granata



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ITALIA-GERMANIA "82 FESTEGGIARE? IL CALCIO E' UNA COSA SERIA


Di quella afosa serata sarda mi ricordo mio padre discutere animatamente con mio zio della scelta un po' troppo difensivista di Bearzot di rimpiazzare l'infortunato Antognoni mettendo Bergomi a uomo su Rumenigge e avanzando Lele Oriali a ridosso delle punte (più o meno...). Ricordo di non avere sofferto lo stress che di solito mi porta via anni di vita davanti a una tv illuminata di verde. Ricordo quando mi sono appeso alle tende dopo il gol di Tardelli e il perdono quasi immediato (questo sì era veramente eccezionale, altro che mondiale!) di mia madre. Ricordo la delusione per il divieto di andare a festeggiare per le strade con i caroselli di scalmanati che impazzavano in tutta la città. "Il calcio è una cosa seria" disse categorico
mio padre, infilandomi di prepotenza nel tunnel dal quale non sono ancora uscito....

by Moretti



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venerdì, luglio 12, 2002

ITALIA-GERMANIA "82 CON LE CANZONI DI JAMES TAYLOR


Io mi ricordo quei giorni (citazione voluta di una bella canzone): mare in Versilia, la leggerezza delle vacanze di uno studente, i libri da leggere (forse Verga o Pirandello), una Vespa azzurra. Mi ricordo il clima e mi ricordo che allora il calcio mi interessava poco o nulla, ma mi sono emozionato nelle partite con l'Argentina o il Brasile. Mi ricordo anche di un'amica che era stata via un anno intero in America e che in quei giorni mi cantava le canzoni di James Taylor.

by Maramaz



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mercoledì, luglio 10, 2002

ITALIA-GERMANIA "82: LUCI SPENTE E TELEVISORE ACCESO SUL MONDO


Mio padre, che oggi ha i capelli bianchi e si gode la pensione, me lo ricordo attivo e nel pieno delle forze. Giocava con me, mi seguiva negli allenamenti e nelle partite, poi quando finiva l'inverno andavamo a sfogare la passione per il calcio sulle spiagge della Calabria. Partenza da Napoli, tanti chilometri in auto sotto il sole rovente con mamma e la sorellina. Poi appena arrivati a Sangineto, giù armi e bagagli e l'immancabile pallone da inseguire in libertà per un mese intero. Eravamo in vacanza anche quell'estate del 1982: solito posto, soliti amici, solite partite nei pomeriggi afosi, rinunicando al mare. Avevo 10 anni, sognavo i dribbling e le finte di Maradona, m'illudevo di imitarli. Era il mese del Mundial: Il Brasile mi sembrava imbattibile, con Zico, Eder, Oscar e tutti quei campioni. Eppure ci pensarono le trattenute di Gentile e i guizzi di Rossi a spegnere quelle infatuazioni esterofile. Italia in finale contro la Germania. La grande notte. Ci riunimmo tutti nel salone e nel giardino di casa di un amico; luci spente e televisore acceso sul mondo; tante persone che nemmeno riuscivo a contarle, parenti, semplici conoscenti, famiglie intere, un mezzo viallaggio vacanze ammassato intorno al rinfresco, con gli occhi puntati sugli azzurri. Trepidazione, timore, scaramanzie. Fino al tuffo in rete di Pablito, che scatenò un urlo incontenibile. Poi il raddoppio di Tardelli, il terzo gol di Altobelli, l'inutile rete della bandiera di Breitner. Al fischio finale, tutti a saltare come e più di prima, tutti a saltare nel parco del villaggio, tra la piscina, il campo da tennis e le mille stradine degli alloggi. Con le lattine di Coca-Cola riempite di pietre per fare casino. Sapendo che non avremmo dormito, che quella notte di stelle non l'avremmo più dimenticata, che quel piccolo posto in quel momento era come milioni di altri posti.

by LP



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ITALIA-GERMANIA "82: CRONACA DI UN SUCCESSO NON ANNUNCIATO


L'Italia è campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo. Con questo grido strozzato dall'emozione Nando Martellini 19 anni fa annunciava agli italiani dagli schermi della Rai la conquista del terzo titolo mondiale della nazionale italiana. Era l'11 luglio 1982 e la formazione allenata da Bearzot coronava con la vittoria per 3-1 sulla Germania la sua entusiasmante cavalcata.
Un trionfo inatteso, visto lo scetticismo con cui era iniziata l'avventura degli azzurri ai mondiali spagnoli. Dopo un giorne di qualificazione incolore, in cui aveva faticosamente guadagnato l'accesso ai quarti grazie a tre pareggi con Perù, Camerun e Polonia, l'Italia esplose nel girone di ferro con Brasile e Argentina. Nessuno avrebbe scommesso qualcosa sulla squadra che andava ad affrontare i detentori del titolo e la favoritissima Seleçao verdeoro, invece accadde l'imprevedibile.
L'eroe nazionale di quelle calde giornate divenne Paolo Rossi, il centravanti della Juve appena uscito dallo scandalo scommesse, l'uomo che Bearzot aveva voluto a tutti i costi attirandosi le critiche di stampa e tifosi per averlo preferito a Pruzzo, e che si trasformò dal fantasma della fase di qualificazione a uomo del destino. Tre gol al Brasile (3-2), due alla Polonia (2-0) in semifinale, questo il magico 'score' di Pablito prima dell'atto finale che andò in scena al Santiago Bernabeu di Madrid.
Di fronte la nazionale tedesca di Rumenigge e Littbarski, che a sua volta era uscita inaspettatamente vincitrice dal confronto con la Francia di Platini e Giresse. L'ultima notte davvero magica per i colori azzurri l'aprì il sesto sigillo mondiale di Rossi, dopo che Cabrini aveva sciaguratamente calciato a lato il rigore concesso dall'abitro Coelho per un fallo su Conti. Cancellata la grande paura, toccò a Tardelli ed Altobelli dare le giuste proporzioni alla superiorità non solo tecnica ma anche tattica della squadra di Bearzot, forte di una difesa insuperabile orchestrata da un campione come Gaetano Scirea e da un micidiale contropiede manovrato azionato da Bruno Conti. Anche la rete dell'onore tedesco siglata da Breitner non rovinò l'album fotografico di quella notte. Il presidente Pertini che balza in piedi accanto a re Juan Carlos, l'urlo di Tardelli, la commozione di Gentile e Cabrini, le mani di Zoff che alzano la coppa, il grido di Martellini. L'Italia era campione del Mondo.

by Cp




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ITALIA-GERMANIA "82: DA ALLORA UN SOLO LAMPO, IL 28 MAGGIO 1988


Luglio 1982, due anni dopo lo scudetto. Ho nove anni da poco compiuti, sono l'ultimo rampollo di una famiglia medio-borghese, trascorro le agognate vacanze al mare. Pensione 'Da Lauro', via Versilia, Forte dei Marmi. L'11 luglio, al terzo gol di Spillo, dopo salti di gioia, urla e imprecazioni varie (già allora dovevo trovare il modo di stemperare la tensione agonistica) vengo assalito dalla certezza, dall'assoluta convinzione di avere di fronte un futuro a dir poco radioso. Mai come in quel momento ho riposto tutta la mia fiducia nelle cosiddette "magnifiche sorti e progressive". Calcisticamente parlando, ovviamente!


Luglio 2002, tanti anni dopo lo scudetto. Sono passati venti anni, sono all'incirca alto come allora, vado ancora al mare. Forte dei Marmi, ovviamente. Cosa è cambiato? Tanto, tantissimo. Perchè? Presto detto:
1 - Di radioso non è venuto nulla, eccezion fatta per un lampo improvviso che ha squarciato il mio cielo alle 17.58 del 28 maggio 1988
2 - Di magnifico non si è visto alcunchè, eccezion fatta per un colpo di genio che ha scosso e inebriato una mia serata parigina nel maggio 1998
3 - In compenso, di progressivo, c'è stato, questo sì, l'aumento esponenziale delle inculate prese.


Calcisticamente parlando, ovviamente!

by Willy Coyote

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ITALIA-GERMANIA "82: IO CHIUSA NELL'ASCENSORE, SALVATA DA UN ANGELO


Estate 1982, nove anni ancora da compiere, in vacanza sull'Argentario con mamma, papà e una bella compagnia di amici. Scatta l'ora X e d'improvviso le spiagge si svuotano, piazze e strade diventano deserte, gli hotel e i bar si riempiono. Tutti incollati davanti al televisore per vedere la partitissima. In palio c'è una coppa del mondo. Comincia la partita: tra urla e schiamazzi ad ogni azione avvincente, nessuno osa togliere le chiappe dal divano, dalla sedia o da qualsiasi posto che si è procurato davanti allo schermo. Il calcio è bello però... che noia. Penso: "Meglio approfittarne per andare in camera a prendere il portafoglio dimenticato poco prima". Infatti, nella corsa frenetica giù dalle scale per raggiungere il salottino della tv, mi dimentico i soldi sul letto. Troppo tardi. C'è la partita. Però dopo mezz'ora di occhi fissi sul tappeto verde, mi viene in mente che forse è meglio tornare a prendere il portafoglio, racimolare due spiccioli e comprare un gelato. Mentre tutti, proprio tutti, compresi mamma, papà e amici non si muovono dallo schermo. Salgo le scale - l'ascensore mi ha sempre fatto paura - arrivo al quarto piano, prendo il borsellino e mi dirigo in corridoio. Ed ecco la bellissima idea. Altro che scale. Ora prendo l'ascensore. Entro, schiaccio il pulsante e aspetto. Qualche secondo e non succede nulla. Strano. Schiaccio di nuovo e ancora nulla. Oddio sono rimasta chiusa nell'ascensore. Lo stomaco si contorce, le gambe tremano e penso al peggio. Calma. Bisogna stare calmi. "Ora schiaccio il pulsante dell'allarme e qualcuno verrà a prendermi" penso. Lo faccio. Ma proprio in quel momento l'Italia decide di segnare un bel gol. L'allarme dell'ascensore suona. E come se suona. Ma nello stesso tempo suonano pure trombe, trombette, clacson dei tifosi. Nelle strade rimbombano le urla: una bolgia
infernale. Mai odiato tanto un gol come in quel momento. Trascorro interminabili minuti chiusa lì dentro a disperarmi mentre tutti là fuori gioiscono e nessuno si accorge della mia assenza. Solo una volta tranquillizzati gli animi, a qualcuno viene il dubbio che l'allarme dell'ascensore suoni perché qualcuno è rimasto chiuso dentro. Ed ecco che un cameriere, il mio cameriere, l'angelo che mi ha salvato, con un gesto eroico mi libera da quella prigione infernale. Bè dopo tutto è stato proprio una gran bella partita. Mondiale!
by Biba

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ITALIA-GERMANIA "82: STRISCIAVO PER TERRA SENZA SENTIR DOLORE


Padova. Le ginocchia sbucciate. Cori e baldoria. Un ospedale. Gli ultimi tre mesi di scuola mancati. Facevo la terza elementare. Ma che bel ricordo! La mia Juve: 6/10 della nazionale. L'Italia sul tetto del mondo! Rossi, Tardelli e Altobelli. Noi come nessuno. Camioncini pieni. Musica. Amici e urla. Tutti accomunati per strada. Che bello!
Ma che bello sarebbe stato se avessi avuto 6 anni in più! Sì me ne sarebbero bastati 15. Forse meglio 16-17. E che goduria sarebbe stata. Come quella assaporata, in parte, a Italia '90. Giorni in cui tutti eravamo amici di tutti...... uomini e donne comprese. Ragazze concupite, che mai avevano capito un'acca di calcio, ora danzavano innanzi a te, come in preda a un'euforia calcistica da accanite tifose ed esperte dei migliori "tocchi" e dei più grandi "virtuosismi" calcistici...... pronte a essere avvolte nel turbine della
"perdizione". Tifose ed esperte. Ma perché? Ovvio: l'euforia coinvolgente dell'evento mediatico nazional-popolare. E soprattutto - direi - nel loro caso, la voglia di fare baldoria e mischiarsi alla ricerca della contestuale e contingente anima gemella - o, magari, alla ricerca di più anime gemelle. Che dire.... era bello. Peccato che non si sia concretizzato fino in fondo, come fu per quelli del magico 1982. Peccato anche per noi.Gioia e allegria.... come a Copacabana qualche giorno fa. Quasi, anzi.


Padova. Ero lì. Ricordo che mi tuffai di ginocchia per terra, strisciando su tutto il pavimento. Quando mi rialzai sanguinavo ed ero sbucciato. Ma le ginocchia non le sentivo proprio. Pensavo al Pablito nazionale. Ero piccolo.


Ero in ospedale... in convalescenza da un piccolo intervento chirurgico. Mi spiaceva non aver chiuso l'anno scolastico con i miei compagni. Fui comunque promosso. Ma non era la stessa cosa. Poi arrivò Pablito. E i Mundial. Non li assaporai forse del tutto. Concordo col "barista".... sarebbe stato più bello averli vissuti a 15 anni. Calcisticamente li avrei apprezzati di più. Avrei anche socializzato di più E MEGLIO!!!!! In sostanza, ogni cosa va sempre vissuta al suo tempo. Per apprezzarla meglio. Ma il nostro tempo - quello dei "+ o -" trentenni - è andato, e l'ultima chance si è miseramente persa dietro le nuove star miliardarie col codazzo di ragazzine (velate e/o letterate che si voglia) al seguito.... camera da letto compresa - sebbene in ritiro. Nel pieno rispetto della professionalità e di circa 25 milioni di "stolti e creduloni" piantati lì davanti alle tv - me compreso - a sperare in un giorno in più..... Ancora uno... E loro a sperare in un giorno in meno..... "Ancora uno, che palle!!!" Proprio così, è bastato vederli, ascoltarli, leggere i "mea culpa" e gli sfoghi, come quello di Toldo.

Ma noi lì, ad accoglierli all'aeroporto. I campioni sconfitti dalla sorte e dalle ingiustizie. Ma anche dagli gnomi, come qulacuno ha giustamente osservato. Con tutti quei campioni ne avremmo dovuti fare 5 di goal... e anche con 2 annullati avremmo vinto per 3 a 0.
Ricodiamoci Italia-Brasile. Loro avevano fame, avevano gli "eyes of the tiger". Si sacrificavano. E c'era anche Vecchiet con loro. Loro correvano - pur se pagati - ci esaltavano e si esaltavano. Sì mangiavano anche pane e legalissima ovomaltina, come scritto nelle cronache sportive postume. Ma correvano. E vincevano col Brasile, anche contro gli arbitri (ricordiamoci il 4-2 di Antognoni annullato): il Brasile, dico, NON la Corea. Poi la Polonia, quel fantastico goal in ginocchio. E l'apoteosi contro i teutonici.



Ma quelli erano altri tempi e altri eroi! Oggi la storia è diversa.
by William


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martedì, luglio 09, 2002

ITALIA-GERMANIA: LA CLASSICA GIORNATA DA MERIDIONALI


Dunque 11 luglio 1982. La mia giornata? Avevo la bellezza di 8 anni

Ore 8.00 Dormivo

Ore 9.00 Dormivo

Ore 9.05 Mi son alzato per andare in bagno

Ore 9.15 Son tornato a letto

Ore 10.00 Cartoni animati, all'epoca non c'erano tutti quei movimenti del cazzo contro la violenza in tv. E tra un missile centrale di Mazinga e qualche calcio in culo di Gig Robot arrivava l'ora di pranzo.

Ore 13.00 Non penserete mica che mi ricordi che cavolo ho mangiato?

Ore 16.00 Noi meridionali siamo così, rimaniamo a tavola molto a lungo ma appena alzati... movimento! Verso il bagno naturalmente

Ore 17.00 Bim Bum Bam. Mitico Uan coi suoi cremini

Ore 18.00 Parco e giro in bici, partitina di pallone, rutto libero... insomma, preparazione alla partita

Ore 20.00 Cena frugale: 12 portate + caffé e ammazzacaffé

Ore 23.00 "Cazzo è sto casino di fuori?", strombazzamenti vari, comincia a circolare una voce incontrollata secondo la quale l'Italia ha vinto i Mondiali.

Ore 23.05 Otteniamo conferma dalla Tv

Ore 23.06 Iniziano i festeggiamenti

Ore 01.05 mini partitina a ping pong con mia cugina + grande


Morale: a 8 anni avevo fatto le stesse esperienze sessuali di Gillo Reporter di 5 anni più grande


by Renato Soru

ITALIA GERMANIA '82: TOCCA A TE: CLICCA QUA E SCRIVI I TUOI RICORDI

ITALIA-GERMANIA A BERGAMO TRA CASSOELA, STINCO E MAURIZIO MOSCA


Dunque, durante Italia-Germania 3-1 avevo 12 anni e mi trovavo a Bergamo a trovare un'amica. Avevamo deciso, io e la mia amichetta, di fare uno spuntino leggero durante la partita e quindi essa predispose il mio piatto preferito: la cassoela. Ero alla quinta piattata quando un petardo lanciato da un sbarbatello locale alto con gli occhiali e vagamente stempiato mi annunciò che Pablito Rossi l'aveva messa nel sacco. La mia amica, dopo aver scaraventato un tegame arroventato sulla testa del malcapitato, che ostentava una maglietta a strisce zebrate, mi servi la seconda portata: stinco arrosto con cavolo e patate. Rosicato l'osso, gettai incautamente ciò che ne restava sul capoccione vagamente stempiato dello sbarbatello che si mise a sbraitare, ma non so se di gioia o d'altro, dato che in quel momento il buon Tardelli si era pippato tutta la riga di fondocampo e correva come un ossesso per il campo. Arrivai non so come alla fine dallo spuntino, esausto e felice, proprio al momento del fischio finale mentre lo sbarbatello vagamente caravaggiesco (per via dei toni cupi del proprio accento) continuava a sbraitare (Maurizio Mosca l'aveva detto, aveva ragione lui, il vero vincitore di questi mondiali si chiama Maurizio Mosca!!!, gridava l'ossesso).

La mia amica, sfinita dal fracasso, gli rivolse un amorevole invito: MAVALAVURABARBUN!!!!

Anni dopo, seppi che non le aveva dato retta: faceva il giornalista. per il resto, continuava ad adorare Maurizio Mosca e vestiva casacche va strisce zebrate contro ogni buonsenso. Aveva però sposato una graziosa signorina che cucinava benissimo e ogni tanto gli rovesciava le pentole in testa (ma questo me lo hanno raccontato, perché non mi ha mai invitato a cena)
PS= il barista si riserva un crodino annacquato e due-patatine-due avariate per questo informatissimo cybernauta vagamente viola e vagamente retrocesso.
Il Barista

VIOLETTE A PARTE, SCRIVIMI IL TUO ITALIA-GERMANIA 1982

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ITALIA-GERMANIA '82: IO GIOCAI E VINSI ITALIA-BRASILE


Fu una partita memorabile. In palio c'erano una coppa luccicante, l'onore della vittoria, la stima dei compagni di squadra e, last but non least, l'orgoglio personale. 90 minuti da mozzare il fiato, a correre su e giù nel campo, cercando di buttare la palla dentro a ogni costo. Tra i nostri ci fu anche un'espulsione. ci stava cadendo il mondo addosso: e adesso? Ma bastò un guizzo verso la porta... nessuno poteva fermarmi, così piccola con il codino di cavallo che si agitava al vento. La fortuna m'aiutò: un tocco degno di Paolo Rossi, un'esultanza pari a quella di Cabrini. Fu gol e poi vittoria. io c'ero. Avevo solo 8 anni, ma avevo giocato Italia-Brasile su un prato durante le vacanze in montagna, indossando i colori carioca. Il Brasile, quella volta, si prese la sua bella rivincita.

by LC

Ah, mi accorgo adesso che la finale era contro la Germania, in realtà... be', fa niente... noi avevamo giocato Italia-Brasile...

ITALIA-GERMANIA '82 -IL BAR E' SEMPRE APERTO

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lunedì, luglio 08, 2002

ITALIA-GERMANIA? NO, BRASILE-GERMANIA 2002 URLANDO KAHN KAHN

Propongo un forum alternativo e un filino più di cronaca: cosa facevete durante l'ultima finale mondiale.

Dunque: premetto che tifavo spudoratamente Germania un po' perché sono un po' teutonica e un po' perché mi sono follemente innamorata del "bestiale" portiere Oliver Kahn. Comunque, i primi minuti di pubblicità pre-match li ho visti in bianco e nero su una tv del traghetto Moby che da Genova andava a Bastia. Subito dopo il calcio d'inizio, i pulitori del bar Mascalzone Latino hanno ben pensato che se i turisti non si toglievano dalle scatole non sarebbero riusciti a spazzare prima di salpare di nuovo per Genova, e allora hanno oscurato i video. Siamo sbarcati, tra ghi scarichi di centinaia di auto, più o meno alla fine del primo tempo. Appena fuori con la nostra Twingo dal ventre della balena Moby ci siamo messi in viaggio per il Deserto des Agriates, con la radiocronaca a palla. Al primo goal brasiliano ho capito che aria tirava: altro che racconto imparziale: i francesi esultavano a vedere la Germania ferita nell'onore. A questo punto i miei ricordi si fanno vaghi... sono stata io a spegnere la radio, o le montagne a
mettersi fra me e la sconfitta?

Sigh

by Paola

IL BAR E' APERTO A TUTTO, ANCHE A BRASILE-GERMANIA '02

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LA MIA ITALIA-GERMANIA? TRA LA POLVERE DI UN CAMPEGGIO

Mondiali 1982: 7 anni, 1 metro e 20 circa. Cosa volete che si veda da quell'altezza, immerso in un mare di campeggiatori incalliti che rantolano parole indicibili e sudano come delle fontane? Praticamente niente... Ricordo solo tanta polvere, sedute improvvisate e una TV appollaiata su un trespolo alto. Ricordo delle immagini sbiadite e disturbate da un segnale captato da un'antenna di fortuna. Ricordo grida di gioia e pianti a fine partita... Troppo poco? Provate voi a sdraiarvi praticamente per terra in un campeggio ai prossimi Mondiali...e poi ditemi.

by Neo


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ITALIA-GERMANIA A LUCI ROSSE... FINITE IN BIANCO

Dunque, la mia Italia-Germania si svolse così: ero il più piccolo (13 anni) di una compagnia di ragazzotti al mare ed eravamo tutti in un giardino
con tv da super prolunga. Ragazzi e ragazze. Al rigore di Cabrini sbagliato Monica, la tettona del gruppo, anni 14 (quasi 15) mi guarda e mi fa:
"uffa che palle e adesso perdiamo: non la voglio più vedere la partita!". Io, che del tutto casualmente le sono seduto di fianco in posizione defilata rispetto al branco le dico: "Che altro vuoi fare stasera, tutta Italia guarda la partita!". E lei come in un film porno mi dice ammiccante: "Beh, qualche idea ce l'avrei....." E io con gli ormoni che mi schizzano fuori dalle orbite: "Okkei, tanto a me il calcio neppure piace!". E ecco che allora lei mi prende la mano e dondolando si dirige verso il fondo del giardino, girato l'angolo della casa al riparo dallo sguardo indiscreto di tutti gli altri che comunque erano presi dalla partita e si dirige verso......IL TAVOLO DA PING PONG, PORCA PUTTANA!!!!!

Così non solo non ho visto la partita ma me ne sono rimasto a giocare a ping pong senza neanche aver limonato!! :-(((

by Gillo Reporter


Ps: il lieto fine però c'è: Monica la tettona ha raccontato l'episodio alla sua amica Elena (una seconda leggermente abbondate ma un culo e due
gambe da favola) la quale colpita dalla mia gentilezza quindici giorni dopo era diventata la mia ragazza nonché la protagonista delle mie prime
esperienze di hard petting che sono durate quell'estate fino alla fine d'agosto e poi rigorosamente per le 4 estati successive (è stata anche la prima volta della mia vita).

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