mercoledì, luglio 10, 2002

ITALIA-GERMANIA "82: LUCI SPENTE E TELEVISORE ACCESO SUL MONDO


Mio padre, che oggi ha i capelli bianchi e si gode la pensione, me lo ricordo attivo e nel pieno delle forze. Giocava con me, mi seguiva negli allenamenti e nelle partite, poi quando finiva l'inverno andavamo a sfogare la passione per il calcio sulle spiagge della Calabria. Partenza da Napoli, tanti chilometri in auto sotto il sole rovente con mamma e la sorellina. Poi appena arrivati a Sangineto, giù armi e bagagli e l'immancabile pallone da inseguire in libertà per un mese intero. Eravamo in vacanza anche quell'estate del 1982: solito posto, soliti amici, solite partite nei pomeriggi afosi, rinunicando al mare. Avevo 10 anni, sognavo i dribbling e le finte di Maradona, m'illudevo di imitarli. Era il mese del Mundial: Il Brasile mi sembrava imbattibile, con Zico, Eder, Oscar e tutti quei campioni. Eppure ci pensarono le trattenute di Gentile e i guizzi di Rossi a spegnere quelle infatuazioni esterofile. Italia in finale contro la Germania. La grande notte. Ci riunimmo tutti nel salone e nel giardino di casa di un amico; luci spente e televisore acceso sul mondo; tante persone che nemmeno riuscivo a contarle, parenti, semplici conoscenti, famiglie intere, un mezzo viallaggio vacanze ammassato intorno al rinfresco, con gli occhi puntati sugli azzurri. Trepidazione, timore, scaramanzie. Fino al tuffo in rete di Pablito, che scatenò un urlo incontenibile. Poi il raddoppio di Tardelli, il terzo gol di Altobelli, l'inutile rete della bandiera di Breitner. Al fischio finale, tutti a saltare come e più di prima, tutti a saltare nel parco del villaggio, tra la piscina, il campo da tennis e le mille stradine degli alloggi. Con le lattine di Coca-Cola riempite di pietre per fare casino. Sapendo che non avremmo dormito, che quella notte di stelle non l'avremmo più dimenticata, che quel piccolo posto in quel momento era come milioni di altri posti.

by LP



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ITALIA-GERMANIA "82: CRONACA DI UN SUCCESSO NON ANNUNCIATO


L'Italia è campione del mondo, campione del mondo, campione del mondo. Con questo grido strozzato dall'emozione Nando Martellini 19 anni fa annunciava agli italiani dagli schermi della Rai la conquista del terzo titolo mondiale della nazionale italiana. Era l'11 luglio 1982 e la formazione allenata da Bearzot coronava con la vittoria per 3-1 sulla Germania la sua entusiasmante cavalcata.
Un trionfo inatteso, visto lo scetticismo con cui era iniziata l'avventura degli azzurri ai mondiali spagnoli. Dopo un giorne di qualificazione incolore, in cui aveva faticosamente guadagnato l'accesso ai quarti grazie a tre pareggi con Perù, Camerun e Polonia, l'Italia esplose nel girone di ferro con Brasile e Argentina. Nessuno avrebbe scommesso qualcosa sulla squadra che andava ad affrontare i detentori del titolo e la favoritissima Seleçao verdeoro, invece accadde l'imprevedibile.
L'eroe nazionale di quelle calde giornate divenne Paolo Rossi, il centravanti della Juve appena uscito dallo scandalo scommesse, l'uomo che Bearzot aveva voluto a tutti i costi attirandosi le critiche di stampa e tifosi per averlo preferito a Pruzzo, e che si trasformò dal fantasma della fase di qualificazione a uomo del destino. Tre gol al Brasile (3-2), due alla Polonia (2-0) in semifinale, questo il magico 'score' di Pablito prima dell'atto finale che andò in scena al Santiago Bernabeu di Madrid.
Di fronte la nazionale tedesca di Rumenigge e Littbarski, che a sua volta era uscita inaspettatamente vincitrice dal confronto con la Francia di Platini e Giresse. L'ultima notte davvero magica per i colori azzurri l'aprì il sesto sigillo mondiale di Rossi, dopo che Cabrini aveva sciaguratamente calciato a lato il rigore concesso dall'abitro Coelho per un fallo su Conti. Cancellata la grande paura, toccò a Tardelli ed Altobelli dare le giuste proporzioni alla superiorità non solo tecnica ma anche tattica della squadra di Bearzot, forte di una difesa insuperabile orchestrata da un campione come Gaetano Scirea e da un micidiale contropiede manovrato azionato da Bruno Conti. Anche la rete dell'onore tedesco siglata da Breitner non rovinò l'album fotografico di quella notte. Il presidente Pertini che balza in piedi accanto a re Juan Carlos, l'urlo di Tardelli, la commozione di Gentile e Cabrini, le mani di Zoff che alzano la coppa, il grido di Martellini. L'Italia era campione del Mondo.

by Cp




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