venerdì, settembre 12, 2003

"BUONGIORNO, NOTTE" - 2 -

Caro barista,
io non sono ancora andato a vedere il film. Mi riprometto di analizzarlo...Bellocchio lo considero uno dei miei fratelli maggiori...

Posso postarti un'intervista di Adriana Faranda che ho trovato in
rete... Se ti interessa...

L'INTERVISTA A ADRIANA FARANDA


Claudio Tullii



Grazie


giovedì, settembre 11, 2003

GRAZIE "BUONGIORNO,NOTTE"

La stagione del cinema è ricominciata nel migliore dei modi. Grazie a Bellocchio e al suo "Buongiorno, notte" devo ammettere che il ritorno davanti al grandissimo schermo è stato piacevole.
100Non riesco a capacitarmi di quanto bello debba essere stato "Il ritorno" per strappare a questa pellicola il Leone d'Oro di Venezia. Bellocchio non svela retroscena inediti del caso Moro ma vede quella vergognosa vicenda con gli occhi di una donna-soldato delle Br che allon stesso tempo è una donna con pulsioni e aspettative. Il film scorre via e man mano crescono i dubbi nella protagonista cresce uno stato di disagio anche nello spettatore. Perchè rapire Moro? Perchè giustiziarlo e non fregare tutti - primi i suoi compagni di scudocrociato - liberandolo senza essersi mostrati a lui? Inquietanti i flashback in bianco e nero della brigatista in cui rivede scene da baraccone del regime comunista. Fredde, impietose ma veritiere. Credo che quella fosse la sua coscienza, la stessa che con un tonfo mozzafiato trasforma l'attacco della lettera di Moro alla famiglia nella medesima scritta dal padre comunista alla figlia prima di essere giustiziato dalla guardia nazionale fascista.

Il terrore non ha colori. Bianco. Rosso. Nero. E' sempre uguale chiunque ne faccia vessillo di lotta. Per fortuna che qualcuno ce lo racconta dal di fuori, senza prendere le veci di nessuno se non di se stesso.


CHE NE PENSI? SCRIVILO


mercoledì, settembre 10, 2003

QUEL COMUNISTA DI MICICCHE'

Miccichè era noto in Publitalia per essere il comunista dell'azienda, ma poi con la discesa in campo di Berlusca... Lui stesso ha raccontato più volte questa storia.
Saluti
Lorenzo