sabato, luglio 27, 2002

SE RINASCO... RIBACEREI QUELLA DANESE ALTA E BIONDA


Se nasco un'altra volta non arrivo fuori tempo massimo per raccontare a Barsauro la mia esperienza estiva. E considerato che questo desiderio non mi pare necessiti la mia reincarnazione per vederlo esaudito ci penso da solo. Ci ho ragionato un po' e sono giunto alla conclusione che il ricordo più bello che ho legato all'estate è quello del primo bacio. Un momento immaginato e atteso in maniera spasmodica. Se dovessi fare un paragone, 1000 volte più di quanto le renne di Babbo Natale aspettino il Natale per sgranchirsi le zampe. Però non fu sotto il vischio, ma in una lontana sera d'estate di ben 17 anni fa, a Marina di Massa, che andai incontro al mio destino di proto-amatore.

E lo feci non senza qualche paura supplementare, oltre alla naturale ansia del caso. La fortunata, ma bisognerebbe sentire lei, si chiamava Mette, ed era una danese (una ragazza non un cane) alta e bionda, con gli occhi naturalmente azzurrissimi in grado di stendere qualsiasi ragazzino dell'hinterland milanese se non chè quella invitante boccuccia aveva incorporato un aggeggio di metallo da cui i miei amici mi avevano premurosamente messo in guardia. "Guarda che se la baci ti resta incastrata la lingua nell'apparecchio" avevano sentenziato con un pizzico di invidia quel pomeriggio in cui comunicai loro con un tantino di vanità che sarei uscito con lei. Un monito che continuava a risuonarmi nelle orecchie quella sera di luglio mentre passeggiavamo mano nella mano sulla spiaggia al chiaro di luna (o di qualcos'altro ma mi sembrava chiaro). All'improvviso ci fermammo, e fu un attimo che durò un secolo, ci guardammo e avvicinammo piano piano le nostre labbra. Il resto fu automatico. Io chiusi gli occhi ma, sorpresa, non fu per la paura di restare impigliato all'apparecchio di Mette e di restare dissanguato. Anche il cappello da ferroviere che indossava e continuava a ricordarmi quel maledetto aggeggio metallico scomparve. Quel che successe poi fu strano ma bellissimo per quanto può essere bello il primo bacio. Per il resto la storia non ebbe un gran seguito.

Lei si fermò in campeggio un'altra settimana poi partì per tornare a casa. Ovviamente giurandomi amore eterno. O almeno quello fu quanto riuscì a capire nel mio pessimo inglese. Qualche settimana dopo, quando ero ancora al camping, ricevetti una lettera. Una di quelle lettere scritte con l'inchiostro colorato e profumato, piena di disegnini come usano scrivere le ragazzine per comunicarti le cose più terribili. Così Mette decise di dirmi che il suo amore non era poi tanto eterno come credeva e mi invitava con una dedica incomprensibile a proseguire la mia vita felice come la mia automobile. La trovai una cosa idiota. Per prima cosa perché avevo 14 anni e non potevo certo possedere un'automobile. Seconda cosa perché mi sembrava una frase senza senso, punto e basta. Me ne feci in fretta una ragione, ma il primo bacio che avevo dato nella vita non potevo certo scordarmelo. Così penso che quella macchina a cui si riferiva Mette fosse color argento. Come il suo bellissimo sorriso.
Il pescatore di asterischi


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