venerdì, settembre 06, 2002

11.9.2001: BALLARE COL MONDO IN FRANTUMI

Sembrava un 11 settembre come tutti gli altri e io come al solito stavo sforando con la pausa pranzo, quel quarto d'ora accademico che d'abitudine mi prendevo per andare a salutare i colleghi della redazione "del quinto piano", prima di tornare di sotto e rimettermi al lavoro. C'era un clima da siesta pomeridiana e proprio come in un giorno normale io passavo da una scrivania all'altra tra i forzati del computer.

Il mio kazzeggio sarebbe durato ancora pochi minuti, giusto il tempo per il primo aereo-kamikaze di mettere a punto la manovra di arrembaggio e infilarsi dritto dritto nel cemento armato del World Trade Center, piegandolo come un panetto di burro. Mentre rifacevo le scale,
Manhattan stava già vivendo il suo incubo peggiore. Il secondo botto arrivò prima ancora di riuscire ad abituarsi a uno. Ricordo che il sito andò in
pasta assieme alle Torri gemelle, ma noi continuavamo a lavorare al buio, gli occhi incollati freneticamente a tivù e agenzie.

Ricordo che poco prima dell'attacco simultaneo all'America avevo mandato sms agli amici per organizzare la serata in discoteca. Quando riuscii ad andare a casa mi rimase la sensazione di stupidità per aver anche solo pensato che si poteva ancora andare a ballare mentre il mondo andava in frantumi.

Lc

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