lunedì, febbraio 09, 2009

ELUANA ENGLARO 1970-2009

Un pugno nello stomaco all'ora di cena. Il tg che interrompe un servizio e gira la linea a Udine per una notizia dell'ultima ora. Non c'è bisogno di attendere che il giornalista faccia il suo mestiere per capire che la notizia è quella. Eluana Englaro non c'è più. Non c'era da 17 anni e non ci sarà mai più. L'anima ha preso la sua via, il corpo un'altra. Era la cosa più giusta, più temuta e - forse - più umana (dove per "umana" s'intenda fisica). Eppure nemmeno venti minuti dopo il decesso qualcuno che dovrebbe rappresentare il popolo italiano ha detto in Senato che "Eluana è stata uccisa". Complimenti, gli avvoltoi ringraziano per la new entry nella specie animale.

Ma un angolino nel sottobosco della vergogna se lo ritagliano anche quel che resta del Palazzo, dell'Italia ormai alla deriva capace di chiamare "cultura della vita" quella che vuole (anzi, voleva) Eluana viva e che chiede ai medici di fare la spia sui clandestini malati. Possibile che in 17 anni di agonia di Eluana nessuno di qualsiasi colore, origine o credo politico abbia mai sentito la necessità di legiferare (non tramite decreto d'urgenza) sul testamento biologico?

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