martedì, febbraio 17, 2004

ADDIO PANTANI, UNA TENAGLIA STRINGE LO STOMACO

Il Pirata se ne è andato per sempre. Una notizia che ti prende lo stomaco e te lo stringe come una tenaglia. Impossibile collegare l'idea di un 34enne osannato in tutto il mondo finito e dimenticato solo in una stanza di un residence a Rimini. Penso a cosa sia passato per la mente di Pantani in quella settimana chiuso dentro nel residence. Gli saranno passati davanti gli anni migliori e le aule di tribunali. Forse è sempre stato solo, sia in sella alla bici che davanti alle accuse di frode.
Lui che ha vinto Giro e Tour, lui che ha spinto centinaia di italiani a salire in sella ad una bici e a fare ore sotto il sole per gridare "forza Pantani". Io me lo ricordo come nacque la leggenda di Pantani, il brutto anatroccolo da Cesenatico sulla vetta del mondo. Come dimenticare quei giorni? Era uno sconosciuto con la maglia della Carrera-Tassoni quando cominciava a seminare tutti in salita. E non era un pomeriggio casuale, uno di quelli in cui tutto ti fila per il verso giusto. Era l'inizio di un Campione che credo abbia fatto per il ciclismo quanto Alberto Tomba ha dato allo sci. Per anni il ciclismo è stato Pantani. Quando vinceva e poi, quando non vinceva. Poche persone segnano così uno sport. Lui l'ha fatto ma purtroppo è successo anche il contrario. Lo sport l'ha segnato in modo indelebile. Per sempre. Adesso il ciclismo non sarà più lo stesso. Anche lo sport non sarà più lo stesso. Lui ha scollinato chissà dove ma ogni volta che sentiremo il suo nome ci tornerà quella tenaglia allo stomaco.



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