lunedì, gennaio 05, 2004

ARMANI, DON CHISCIOTTE O TESTARDO SENZA LIMITI?

Esistono ancora ideali per cui battersi? Domanda scontata, risposta altrettanto scontata. Ma è assolutamente originale l’ideale per il quale un imprenditore ha perso praticamente tutto. Lavoro, moglie, salute. A fargli perdere anche il nome aveva già provveduto un giudice, negandogli il diritto di stare su Internet con il proprio cognome. Il perché è scritto nella sentenza 634/2003 della Prima Sezione del Tribunale Civile di Bergamo dove “in nome del popolo italiano” il dominio armani.it non spetta più al primo che l’ha depositato e registrato (leggasi Luca Armani) bensì all’onnipotente stilista.

Non è il caso di entrare nel merito della sentenza in un Paese dove fanno strada quelli bravi a farsi leggi su misura.
E’ l'occasione invece di raccontare come possa cambiare la vita di un uomo. Un uomo convinto di essere nel giusto e nel giusto arrovellarsi giorno e notte. Un Don Chisciotte che combatte i mulini a vento e non si arrende. Non si arrende davanti alla sentenza pur non avendo i soldi per ricorrere in appello. Non si arrende davanti alla penale da pagare per ogni giornata di sua “abusiva” presenza sul Web. Non si arrende al punto che, abbandonato dagli affetti più cari e dai dipendenti, decide di incaponirsi sempre di più – convinto di essere nel giusto – e di iniziare lo sciopero della fame. Cosa si può dire di un uomo simile? Pazzo da legare. Testardo come un mulo. Incapace di accettare la sconfitta. Caparbio.

Il Barista Armani
Mercoledì 31 dicembre Gianluca Armani ha sospeso lo sciopero della fame.

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