sabato, luglio 06, 2002

11.7.1982 - ECCO LA MIA ITALIA-GERMANIA

Era il giorno del mio undicesimo compleanno e il mio primo Mondiale. Di Argentina '78 ho solo qualche ricordo vago. Quello era il Mondiale, la partita delle partite di un ragazzino cresciuto a pallone e gol. Ricordo che tutto il mio paese si fermava quando la Rai dava le partite degli azzurri: una sensazione strana non sentir passare nemmeno un'auto dalla provinciale lontano quattro-cinque metri dal salotto, il Luogo prestabilito per i match. Camerun, Polonia e Perù vissute in rigoroso silenzio, io e mio papà. Italia-Argentina fu la rivelazione, Italia-Brasile l'alba di "Italia facci sognare", la Polonia-bis un esercizio di stile. Poi la Germania, chiaramente inferiore ma superstiziosamente da temere. Noi sulle ali dell'entusiasmo, loro con i piedi saldissimi per terra. Ricordo il fischio d'inizio e quella tensione che ti fa stringere lo stomaco, la stessa che avrei provato per l'Heysel, per tutte le finali della Juventus e per qualche partita dell'Atalanta. Passano i minuti. La partita è nostra. Non segnamo ma ci siamo. Rigore. Cabrini, il più amato d'Italia ciabatta. Rieccolo il destino: non ce la facciamo. La partita è sempre nostra. Cross dalla destra ancora per Cabrini e Rossi, Pablito c'arriva e batte Toni Schumacher. Possiamo farcela. Ce la faremo. I tedeschi si squagliano, sprofondano. La partita è nostra. La chiude Tardelli che tira fuori un urlo che mi fa venir la pelle d'oca ancora oggi. Poi Scirea in campo, poi Altobelli, poi Bruno Conti e le mani immense di Dino Zoff. Campioni del mondo. Campioni del mondo Campioni del mondo. L'arbitro Coehlo, brasiliano, alza il pallone al cielo. E' finita. C'è Pertini con Bearzot. Siamo i più forti. Urlo. Corro in piazza con gli amici. Troppo piccoli per godere fino in fondo di quella vittoria. Grandi a sufficienza per dire ancora oggi IO C'ERO, con un pizzico di fierezza. La mia festa finì presto. La mattina dopo alle 7 di corsa in bici al paese vicino per comprare una copia della Gazzetta a 450 lire. Quella copia ce l'ho ancora da qualche parte.

"Mi capiterà ancora" pensavo. Povero illuso. In vent'anni d'azzurro ho avuto solo amarezze. E giovedì nel giorno del 31esimo compleanno ricorderò sempre con un pizzico di nostalgia quella domenica 11 luglio 1982.
by Il Barista

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