E’ appena nata ma Expo ha già perso tempo. Un tempo: il futuro. Ora Expo non è più un futuro semplice ma è un presente storico fino al 31 ottobre per mutare in passato prossimo dal giorno di Ognissanti in poi. Adesso Expo non sarà bensì è. Ognuno scelga cosa è l’Esposizione Universale. Come un tema d’italiano alle scuole medie. Titolo: “Che cosa è l’Expo 2015?”. Svolgimento: “L’Expo è un’opera incompiuta, l’ennesimo spreco di Stato”. Oppure: “L’Expo è una vetrina mondiale, un orgoglio per Milano e per l’Italia”.
In un caso o nell’altro oggi Expo è: sette anni dopo l’assegnazione, la città del Manzoni e di Gaber accoglie prima Capi di Stato e autorità poi turisti da tutto il mondo.
La presenza dei primi è una scontata questione di rappresentanza istituzionale, la presenza dei secondi no. Da Washington a San Paolo, da Shangai a Pretoria c’è qualcuno con un pezzetto di carta già in tasca o un allegato nella posta elettronica con sopra la scritta variopinta “Expo 2015”.
E Milano come si presenta a chi possiede un tagliando d’ingresso alla fiera a Rho-Pero?
B A R S A U R O
LIBERO BLOG IN LIBERO STATO
giovedì, luglio 23, 2015
venerdì, agosto 22, 2014
Rapite in Nigeria, ombre sull’esercito
#bringbackourgirls. Un hashtag di moda tre settimane fa e ora quasi scomparso. Scomparse da più di cinquanta giorni sono Blessing, Patiant, Kauna, Rhoda, Saratu, Kwadugu, Hanatu, Mwa e altre 260 ragazze nigeriane, rapite perché andavano a scuola. I loro aguzzini sono gli uomini di Boko Haram, integralisti islamici che, nell’Anno del Signore (di qualunque fede esso sia) 2014 le vorrebbero recluse in casa a far figli, possibilmente maschi.Più passano le settimane più c’è qualcosa che non torna nell’attacco alla scuola cattolica di Chibok, nel nord della Nigeria. Le responsabilità dell’esercito nigeriano rasentano la complicità. “Il gruppo di Boko Haram ha osato ancora una volta molto, è andato a colpo sicuro e tutto induce a pensare a qualche forma di complicità. - spiega a Tgcom24 Virginia Comolli, ricercatrice nel settore Sicurezza e Sviluppo all’International Institute for Strategic Studies di Londra - Alcuni report provano che l’allarme arrivò circa quattro ore e mezzo prima e che in servizio in quella zona c’erano solo 14 o 16 militari contro un commando di almeno 200 miliziani”.
Non è la prima volta che gli integralisti nigeriani umiliano le truppe regolari: ai primi di dicembre 2013, Boko Haram mise a ferro e fuoco l’aeroporto di Maiduguri, il principale scalo militare. E ancora per due volte attaccarono la stessa capitale. Ieri come oggi la sfrontatezza del commando lascia più di un dubbio. “Non voglio dire che dietro il rapimento c’è l’esercito ma il servizio di intelligence nigeriano non è dei migliori. Va incentivato il coordinamento tra polizia, esercito e le altre forze”
Comolli parla dal suo ufficio di Londra ma dimostra di conoscere la Nigeria come le sue tasche. “In questo rapimento i soldi non c’entrano. E’ un’azione per uno scambio di
martedì, maggio 06, 2014
A quando un'altra Napoli-Fiorentina?
Se questo è calcio preferiamo starcene a casa o spegnere tv e/o Internet. Meglio un libro o la playstation che vergognarsi per l’ennesima pagina nera del pallone italiano. Gli aggettivi sono fondamentali: “ennesima” e non “ultima” perché alzi la mano chi crede che non ci sarà un’altra Napoli-Fiorentina prima o poi. E pensare che solo un paio d'anni fa qualcuno la buttò lì, all'indomani del calcioscommesse: "Se questo è il calcio meglio fermarlo un anno" azzardò Mario Monti. Apriti cielo: guai a toccare il giocattolo nazionale, la macchina da soldi e consenso.
mercoledì, aprile 30, 2014
Seb, baby modello Down, commuove l'Inghilterra... e la Rete
Tutti i baby modelli sono uguali. Ma Seb è più uguale degli altri. Perché i suoi cromosomi non sono identici a quelli di un qualsiasi altro bambino poiché ha un coppia in eccesso del cromosoma 21: Seb ha la sindrome di Down. Ma questo bimbo di 5 anni non è diventato famoso in Inghilterra per questo: Seb White è il primo modello inglese down. Il suo viso allegro e la sua voglia di vivere un’esistenza normale campeggiano nella reclame della catena di Marks & Spencer al fianco di ragazzini nati con un regolare numero di cromosomi.
Dietro al piccolo inglese di Bath, nel Somerset, c’è una madre che ormai non si ferma più.
Lei si chiama Caroline Playle ma tutta la Rete la conosce come Seb’s Mum. Caroline lavora in un’agenzia, ha tre figli e un marito, Simon. Tra lavoro e famiglia, le briciole del tempo libero finiscono a scrittura e solidarietà. “Seb è il più grande dei nostri figli - racconta - e quando ci dissero della sindrome di Down siamo rimasti scioccati. Non eravamo preparati a una vita di incertezze e dubbi e quello che avrebbe dovuto essere il più bel giorno della mia vita è diventato il peggiore. Immaginavo una vita tra differenze ed esclusioni”. Paure comprensibili, insicurezze superabili magari “conoscendo il nemico”. Simon e Caroline così cercano e divorano libri e siti sul tema.
Dietro al piccolo inglese di Bath, nel Somerset, c’è una madre che ormai non si ferma più.
Lei si chiama Caroline Playle ma tutta la Rete la conosce come Seb’s Mum. Caroline lavora in un’agenzia, ha tre figli e un marito, Simon. Tra lavoro e famiglia, le briciole del tempo libero finiscono a scrittura e solidarietà. “Seb è il più grande dei nostri figli - racconta - e quando ci dissero della sindrome di Down siamo rimasti scioccati. Non eravamo preparati a una vita di incertezze e dubbi e quello che avrebbe dovuto essere il più bel giorno della mia vita è diventato il peggiore. Immaginavo una vita tra differenze ed esclusioni”. Paure comprensibili, insicurezze superabili magari “conoscendo il nemico”. Simon e Caroline così cercano e divorano libri e siti sul tema.
mercoledì, dicembre 18, 2013
“Io senegalese di Brescia
alle Olimpiadi di Sochi 2014"
Da quando è piccola, Ami scia al Passo del Tonale. Da quando scia ha un sogno nel cassetto. Quel cassetto potrebbe aprirsi nelle prossime settimane e regalarle la partecipazione alle Olimpiadi invernali di Sochi 2014. Una partecipazione storica perché Ami sarebbe la prima senegalese sulla neve olimpica: Ami ha la pelle nera ed è nata a Brescia nel 1979. Aminata Gabriella Fall (per tutti Ami, Facebook compreso) ha la doppia cittadinanza e una risata coinvolgente, con immancabile accento bresciano. “Ho messo gli sci grazie a mio padre - spiega a Tgcom24 - che, quando arrivò qua, ha voluto che io e miei fratelli ci integrassimo il più possibile. Oggi sono italiana al 100% ma sento dentro le radici senegalesi, anche se finora non ci sono mai stata.
mercoledì, ottobre 30, 2013
Guarda avanti l'amore di Renato Zero
"Capitolo II, momento meraviglioso"
C’è chi gongola per un tanto atteso album dopo dieci anni di best of. C’è chi in sette mesi sforna due dischi con ben 29 brani nuovi di zecca, inframezzati da decine di concerti sold out da una parte all’altra d'Italia. Del resto, lo ha scritto anche il profeta Qoelet: c’è un tempo per ogni cosa. Per Renato Zero adesso è il tempo di “Amo - Capitolo II”, quindici canzoni firmate con Mariella Nava, Danilo Madonia e Maurizio Fabrizio. “E’ un disco pieno di sensazioni che raccontano un meraviglioso momento della mia vita" dichiara l’eterno ragazzo della Montagnola, di passaggio a Milano nel giorno di “riposo” tra le sei date live al PalaMandela di Firenze.
Il disco - Il Capitolo II è stato pensato per i giovani: “A 63 anni ho scritto che ‘la vita che mi aspetta non mi fa paura’ ed è tutto vero. Ho una nuova prospettiva nel modo di scrivere perché lo faccio per cercare di arrivare ai giovani, al futuro della musica e non solo di quella”.
Il disco - Il Capitolo II è stato pensato per i giovani: “A 63 anni ho scritto che ‘la vita che mi aspetta non mi fa paura’ ed è tutto vero. Ho una nuova prospettiva nel modo di scrivere perché lo faccio per cercare di arrivare ai giovani, al futuro della musica e non solo di quella”.
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mercoledì, luglio 10, 2013
Bin Laden fermato per eccesso di velocità
Rabbia o incredulità. Oppure dolore. Tanto dolore. Così reagiranno le migliaia di parenti di militari o civili di tutto il mondo caduti per mano di Al Qaeda dal 2002 al 2011. Vittime forse evitabili se un poliziotto pakistano nel 2002 in servizio su una strada della valle dello Swat avesse fatto il suo dovere. In un qualsiasi giorno di un qualsiasi mese di undici anni fa, quell’agente (probabilmente parigrado di un qualsiasi nostro vigile urbano) intima l’alt a un’automobile. Una delle tante, una che va più veloce, anche troppo. A bordo almeno tre arabi, due uomini e una donna. Sono l’uomo più ricercato sulla faccia della terra e uno dei suoi due storici guardaspalle con la moglie. Esatto: uno è Osama Bin Laden, l’altro Ibrahim a-Kuwaiti accompagnato dalla consorte, Maryam.
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