I tre, appena scampati al raid Usa di Tora Bora nel novembre 2001 e riparati in Pakistan, hanno lasciato il loro rifugio per andare in un mercato della zona e concludere non meglio precisati affari. Immaginiamo la scena: il poliziotto fa accostare l’auto dell’uomo che ha progettato l'11 Settembre, evidentemente non visiona i documenti e, una volta abbassato il finestrino, chiede lumi sul quel piede così pesante sull'acceleratore. Riconosce o non riconosce lo sceicco del terrore? Forse si: Bin Laden è ovunque, giornalie e tv. Forse no: Bin Laden “girava sbarbato” all’epoca. Ai posteri comunque l’ardua sentenza. Alla moglie di Ibrahim al-Kuwaiti, il compito di mettere a verbale come finisce la vicenda. “Ibrahim quickly settled the matter”. Ossia: “Ibrahim ha risolto rapidamente la questione”. Il significato è da titoli di coda di un film di spionaggio: il poliziotto viene minacciato? Viene corrotto? Oppure la peggiore delle ipotesi: non ha sofferto?
"Pakistan incompetente, da Usa atto di guerra" - Questo retroscena inedito è uno dei tanti contenuti in un dossier di 336 pagine, elaborato dalla Commissione Abbottabad espressamente messa in piedi dal Pakistan all’indomani del raid segreto Usa della notte del 2 maggio 2011 che costò la vita a Bin Laden e quattro uomini del suo clan. Islamabad non gradì, diciamo, quella libera incursione di quattro elicotteri a stelle e strisce nei cieli pakistani, all’insaputa di autorità civili e militari locali impegnati più nella decennale disputa con l’India che nella caccia al capo di Al Qaeda. Il report della Commissione è rimasto segreto fino a una manciata di ore fa quando Al Jazeera non lo ha pubblicato in formato Pdf sul suo sito. Inappellabile il verdetto del documento, redatto ascoltando 201 testimoni: “Pakistan incompetente e negligente, Stati Uniti autori di un vero atto di guerra sul suolo straniero”. Non si escludono connivenze più o meno ad alto livello tra leader pakistani e leader di Al Qaeda ma nel rapporto non se ne fa parola.
Tutto insabbiato – E adesso? Chissà se la commissione Abbottabad cambierà la chiave di lettura di questa pagina di storia. Gli stessi membri di quel pool erano consapevoli di aver squarciato un polverone e chiesero al governo pachistano di rendere pubblico il dossier. Secondo la rete qatariota l'appello cadde nel vuoto e il documento originale fu bruciato. Ma ora spunta quel Pdf, sopravvissuto a tritacarte e fiamme. Tranne pagina 197 dove c'era l'interrogatorio al generale Ahmed Shuja Pasha: su quel foglio avrebbero dovuto esserci le sette domande che la Casa Bianca fece all’allora presidente Pervez Musharraf all'indomani dell'11 Settembre. Invece… omissis
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