INDULTO E DINTORNI: ALZI LA MANO CHI HA VISTO IL CARCERE DA DENTRO
L'indulto e la conta di chi uscirà di cella presto è l'argomento che caratterizza la politica di mezz'estate. Fuori Jucker e Previti, fuori la Marchi prima ancora che ci finisca dentro, fuori Erika e Omar (chi l'ha detto poi?): è come sfogliar la margherita del ce l'ho-mi manca-ce l'ho. Dipietristi e compagnia cantanti (che vergogna uno così a sinistra e, in generale, in Italia) hanno giurato vendetta. Eppure non tutti sanno che l'indulto funzionerà da deterrente per i futuri reati: se chi gode ora dell'indulto dovesse commettere un reato nei prossimi cinque anni non solo pagherà per quel reato ma si smazzerà anche la pena oggetto di indulto. Cornuto e mazziato. Ma è troppo facile stracciarsi le vesti. E poi mi domando: chi grida allo scandalo è mai stato fisicamente dentro un carcere italiano? Sa come si vive e come si sopravvive? Una sola volta nella vita bisognerebbe starci, un paio d'ore nel cortile, qualche minuto negli androni, nei laboratori o nelle aree comuni... Va da sè che il gabbio non debba essere un hotel a cinque stelle ma nemmeno la topaia della nostra società.
Provate a vivere da dentro le carceri prima di riempirvi la bocca di ideali come certezza della pena. E la certezza del diritto?
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