giovedì, dicembre 29, 2005


"VOLO ALASKA 536: PRECIPITIAMO MA MI SCATTO UNA FOTO"

Un rumore improvviso. L'aereo traballa e comincia a perdere quota. A bordo il panico: le maschere dell'ossigeno si staccano e i passeggeri maledicono tutte le volte in cui non hanno prestato attenzione alle hostess che spiegano come usare l'ossigeno. Scena da brividi per i 140 passeggeri del volo 536 Alaska Airlines decollato nel giorno di Santo Stefano dall'aeroporto Tacoma di Seattle. Eppure, nella frenesia generale, Jeremy Hermanns ha avuto il sangue freddo di estrarre la sua macchina digitale, scattarsi una foto con la mascherina addosso e altre istantanee della situazione a bordo.

Chissà cosa sarà passato per la sua mente in quei secondi? L'ultima immagine per i suoi cari? Una testimonianza per l'immancabile inchiesta? Fattostà che ora quelle fotografie sono diventate un "caso virtuale" perché Jeremy le ha postate sul suo blog. Quattro scatti e il racconto dettagliato di un aereo in caduta libera. Un racconto "visto" da dentro. Il più reale in assoluto.

Jeremy Hermanns ha un brevetto da pilota di aereo e spiega di aver intuito subito quale fosse l'origine del problema, ossia il vano della fusoliera dove vengono stipati i bagagli. Le prime indiscrezioni confermano la sua tesi: una valigia "in overbooking" lanciata in qualche modo ha spezzato una lamina in metallo, favorendo la depressurizzazione.

IL RACCONTO INTEGRALE SUL BLOG DI JEREMY HERMANNS

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