mercoledì, giugno 23, 2004

DALLA COREA AL BULGARIA: TUTTO UGUALE

Quello di ieri sera è stato un ritorno al futuro per la nostra nazionale di calcio. Un deja vu penoso, una bruttissima copia del fondo che credevamo di aver toccato il 18 giugno 2002 contro la Corea del Sud ai Mondiali. Eppure quell'infame batosta non è servita a nulla. E oggi siamo ancora al 18 giugno. Il Gattopardo, in confronto, è roba da educande.
Cosa è cambiato da quel giorno? Niente. Abbiamo lo stesso inetto presidente federale (gli scheletri prima o poi si vergogneranno e usciranno dal suo armadio sempre troppo stretto). Lo stesso allenatore incapace di capire che il calcio non è più quello del primo non prenderle e della testardaggine di prendersela ancora una volta con un direttore di gara e non con i suoi brocchi. Gran parte dei giocatori sono rimasti quelli, sempre viziati e con uno specchio personale in cui guardarsi. Nel frattempo in Italia società spa che non pagano le tasse s'iscrivono ai campionati, qualche squadra viene prima castigata e poi promossa (del resto il pentitismo per noi è un marchio doc), un tribunale civile decide la composizione dei campionati di B (per la A è meglio lasciar fare al Manovratore)e uno spareggio di serie C si trasforma in un fight club.

E noi dovremmo continuare a seguire questo circo?


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