BRIGATE ROSSE ONLINE
Se non è Far West poco ci manca. Nonostante Internet sia una realtà presente ad ogni latitudine del mondo spesso chi naviga con frequenza si pone degli interrogativi. Esiste un’etica nella Rete? Probabilmente no e l’ultimo incontro sui generis riguarda proprio Bergamo. Gli appassionati si ricorderanno infatti il caso dei siti www.brigaterosse.org, www.brigaterosse.it , www.brigaterosse.info e della casella di posta elettronica info@brigaterosse.it, regolarmente registrati presso un provider di Bergamo e regolarmente posti sotto sequestro il 30 marzo 2002 dalla Polizia Postale di Milano. Motivazione: la Procura ha controllato i contenuti delle e-mail dei lettori ravvisando gli estremi per il reato di "apologia di reato e istigazione a delinquere".
Ad oltre un anno di distanza il sequestro non è stato tolto, il webmaster ha rimesso online un sito dove spiega tutto e qualcuno vende online altri dominii simili.
I DOMINII IN VENDITA - L’ideatore dei siti sigillati si chiama Tommaso Fera, ha fornito la sua versione dei fatti su brigaterosse.com e la società Goldnames.com vende al miglior offerente il brigaterosse.biz, il brigaterosse.bz, il brigaterosse.us e il brigaterosse.tv. Per chi non conosce i meandri della Rete, è necessario spiegare che goldnames.it ha ramificazioni in tutto il mondo e se registra alcuni dominii e non altri significa che è ben conscia dei limiti vigenti. Quindi armatevi di e-mail e liquidità bancaria e scrivete a questa società, nella speranza di aggiudicarvi l’asta per i siti. E, se la pazienza non vi fa difetto, sappiate che, nel giorno in cui il titolare di brigaterosse.com rinunciasse al dominio, goldnames ve lo offre a 69 dollari. Morale della favola: qualcuno specula e qualcuno ci rimette.
LA GIUSTIZIA ITALIANA – Chi ci rimette secondo noi è Tommaso Fera che ha visto limitata la sua libertà di espressione. A distanza di un anno nessuna sentenza è stata emessa in merito ai contenuti dei siti sotto sequestro. Cliccando i tre indirizzi compare una bella schermata della polizia. Fortunatamente il .com serve per spiegare cosa non va negli altri tre. Inanzitutto il webmaster illustra quali erano le sue finalità nel gestire quelle pagine Web: “Il 5 Settembre 2002 – scrive nell’intestazione del suo quarto sito - ho registrato il dominio brigaterosse.com al fine di fornire una serie di informazioni per meglio comprendere quanto successo e per cercare di arginare, per quanto mi è possibile, il diffondersi di notizie false o inesatte”. Qualcosa di illegale sino qua? Non diremmo. Di seguito gli estremi per parlare direttamente con il webmaster, vale a dire un indirizzo di posta elettronica e un recapito cellulare.
LE FAQ – Imbattendosi in un sito come questo, le domande sono innumerevoli. Fera le ha raccolte tutte nelle Faq e risponde ad ogni quesito con la chiarezza fondamentale in queste occasioni. Ad esempio: cosa conteneva la sezione “opinioni del sito? “… 21 messaggi, postati tra il 21e il 28 Marzo 2002. Era possibile inviare la propria "opinione" in merito ai contenuti del sito alla mail info@brigaterose.it. La maggioranza dei messaggi ricevuti condannava decisamente ogni scelta violenta (eravamo nei giorni successivi al delitto Biagi). Per 2-3 messaggi invece si è ipotizzato il reato. Il giorno dopo il sequestro molti quotidiani hanno pubblicato parte dei messaggi presenti nel sito, erano da sequestrare anche i giornali?”
ITALIA PAESE DEI MISTERI – Su tutte merita spazio questa domanda insistente: Chi c’è dietro questo sito? “L'Italia e' il paese dei misteri, tanti, troppi. E forse per questo motivo che molti stentano a credere (o gli fa comodo...) che brigaterosse.org sia opera di un "singolo". Non si vuole accettare che un trentenne per pura passione storica passi un po' del suo tempo libero a cercare informazioni su un gruppo terroristico. Se poi aggiungiamo il fatto che il "singolo" non si interessa attivamente di politica, si ritiene una persona normalissima che oltre a qualche sito si diverte anche a giocare qualche partitella a calcetto...legge, va al cinema, esce con gli amici... e non certo per andare a scrivere risoluzioni strategiche! Tutto questo non ha fatto altro che aggravare i sospetti che "dietro" ci siano altri”. Ci auguriamo presto di sapere come finirà questo caso di giustizia all’italiana partita da Bergamo e ancora senza una meta.
Il barista
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