E’ appena nata ma Expo ha già perso tempo. Un tempo: il futuro. Ora Expo non è più un futuro semplice ma è un presente storico fino al 31 ottobre per mutare in passato prossimo dal giorno di Ognissanti in poi. Adesso Expo non sarà bensì è. Ognuno scelga cosa è l’Esposizione Universale. Come un tema d’italiano alle scuole medie. Titolo: “Che cosa è l’Expo 2015?”. Svolgimento: “L’Expo è un’opera incompiuta, l’ennesimo spreco di Stato”. Oppure: “L’Expo è una vetrina mondiale, un orgoglio per Milano e per l’Italia”.
In un caso o nell’altro oggi Expo è: sette anni dopo l’assegnazione, la città del Manzoni e di Gaber accoglie prima Capi di Stato e autorità poi turisti da tutto il mondo.
La presenza dei primi è una scontata questione di rappresentanza istituzionale, la presenza dei secondi no. Da Washington a San Paolo, da Shangai a Pretoria c’è qualcuno con un pezzetto di carta già in tasca o un allegato nella posta elettronica con sopra la scritta variopinta “Expo 2015”.
E Milano come si presenta a chi possiede un tagliando d’ingresso alla fiera a Rho-Pero?